IL BATTAGLIONE SAVOIA
ANDREA COMPATANGELO E IL SUO BATTAGLIONE

Una delle vicende più interessanti, anche se pressoché sconosciuta, riguarda la storia di Andrea Compatangelo e del suo battaglione Savoia.
Compatangelo, un ragioniere nativo di Benevento, era emigrato in Russia, stabilendosi nella bella città di Samara, sul Volga.
Travolto, come tutti, dalle vicende della rivoluzione russa e della guerra civile, si trovò a fronteggiare le drammatiche giornate che videro la caduta del Komuch, il governo di ispirazione democratica che aveva stabilito la propria sede nella città.
Di fronte all'avanzata dell'Armata Rossa, tutte le strutture governative furono trasferite ad est, al di là degli Urali, presso la nuova sede di Omsk. Assieme al Komuch, si prepararono a partire i legionari ceco-slovacchi accasermati a Samara.
Per Compatangelo ed i suoi amici italiani si profilava un pericolo mortale, considerata la drammatica esperienza patita in una precedente occupazione di Samara da parte dei Soviet.
Non si perse d'animo e, assieme a Carlo Re, Mario Gressan e pochi altri, inventò uno stratagemma: andò casa per casa, dove c'erano italiani o ex prigionieri austroungarici di lingua italiana (triestini, trentini, giuliano-dalmati) e li organizzò in un gruppo armato, il cosiddetto battaglione Savoia. Si procurò armi e uniformi, si attribuì il grado di capitano del Regio Esercito e stipulò con i rappresentanti della Legione un accordo scritto di mutua assistenza. Nel lungo tragitto verso est incontrò altri italiani, che incorporò nel suo contingente. Si trasformò senza difficoltà da contabile in combattente, anche in virtù di sue precedenti esperienze militari.
Collaborò con la Legione nel controllo della città di Krasnojarsk e riuscì a mettere in salvo tutti i suoi uomini, conducendoli a Vladivostok per essere imbarcati alla volta dell'Italia.
Le avventurose vicende di Andrea Compatangelo sono narrate in un capitolo del libro "Il calice di porpora".
Per chi volesse approfondire la storia di questo straordinario personaggio, consigliamo il documentatissimo libro di Roberto Mendoza: Andrea Compatangelo, un capitano dimenticato. (Aracne, 2014).
Nella foto in alto Andrea Compatangelo (per gent. concess. di Roberto Mendoza).